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Luciano Caglioti

Mimmo Misiti ricorda Luciano Caglioti, Professore Emerito di Chimica Organica presso il Dipartimento di Chimica e Tecnologie del Farmaco, Sapienza, Università di Roma

 

In questa triste circostanza mi è caro condividere con voi questo ricordo personale di Luciano Caglioti:

      Ho conosciuto Luciano tanti anni fa quando avevamo i calzoni corti sui banchi del Liceo Tasso precisamente nel 1948 e da allora le nostre vite hanno avuto un corso parallelo. Era intelligente ed era bravo in matematica e fisica, ma scriveva anche bene in italiano. La Maturità e poi gli anni dell’Università, lui figlio d’arte predestinato a studiare Chimica, insieme un lungo internato con l’indimenticabile Prof. Rodolfo Nicolaus e poi la laurea con il massimo dei voti. Prolunga ancora per un paio di anni il periodo di permanenza alla Sapienza nella Scuola del Prof. Luigi Panizzi per poi affrontare l’esperienza assai formativa nella chimica dei prodotti naturali al Politecnico di Zurigo accanto a chimici degni di Nobel. Al ritorno in Italia è chiamato all’Università di Milano in una della Scuole più prestigiose della Chimica Organica con la guida del Prof Adolfo Quilico. Luciano è ormai un brillante chimico organico, maturo e capace di inventare nuove reazioni e di intraprendere nuove strade sintetiche, una sua reazione figura nei libri di testo. Nel 1964 vince la Cattedra di Chimica delle Sostanze Naturali all’Università di Camerino, allora sede universitaria di attesa e di frontiera dove molti giovani talenti hanno fatto “training”. Correva l’anno 1965 e il giovane professor Caglioti, scambiato a volte per uno studente era soprannominato dai suoi allievi il Kennedy della Chimica. A Camerino attrae giovani allievi tra loro Goffredo Rosini, Sandro Cacchi, Francesco Gasparrini, Roberto Ballini e Gianni Palmieri. Rosini diventerà Professore a Camerino e successivamente a Bologna, Cacchi e Gasparrini diventeranno Professori a Roma, Ballini e Palmieri, Professori a Camerino. In quegli anni Io e Luciano ci siamo ritrovati a Camerino in maniera inattesa anche se desiderata e con lui abbiamo iniziato a creare un progetto di Gruppo che abbiamo realizzato più tardi all’Università di Roma.

Luciano dopo due anni viene chiamato a Bologna nella mitica Facoltà di Chimica Industriale, alias Angelo Mangini che, pur appartenendo ad un’altra Scuola, è attratto dal talento del giovane Professore Luciano Caglioti. L’attività scientifica di Luciano evolve e si comincia a differenziare da quella che viene considerata l’attività canonica di un Professore di Chimica Organica. Il suo interesse si sposta su uno scenario più ampio, egli sente che le sue capacità possono essere utilizzate fuori dal Laboratorio, per il progresso della Chimica con la C maiuscola o più in generale della Scienza e, della stessa Società. Luciano si afferma come un autentico scienziato moderno. Nel 1971 la Facoltà di Farmacia della Sapienza lo chiama come Professore di Chimica Organica per Farmacia. Dopo tanto peregrinare il richiamo del rientro a casa convincono Luciano a lasciare Bologna per trasferirsi a Roma. E’ qui che consolideremo insieme il nucleo originario iniziato a Camerino con Cacchi e Gasparrini e con me stesso come Professore nel 1975. Quel gruppo si arricchirà di brillanti talenti quali Bruno Botta, Claudio Villani, Giancarlo Fabrizi, Marco Pierini e ancora le più giovani Colleghe Ilaria D’Acquarica, Antonella Goggiamani e Alessia Ciogli, costantemente assistiti dall’impegno di Giovanna Cancelliere. Luciano a Roma è al centro dell’interesse della Chimica Nazionale, viene chiamato a dirigere il Progetto Finalizzato Chimica Fine e Secondaria del CNR ed inventa un nuovo modo di fare ricerca, accetta il rischio e sperimenta una forma di collaborazione fra ricerca pubblica, vedi Università, CNR, ISS, ecc. e ricerca privata portata avanti nell’industria chimica, principalmente farmaceutica e cosmetica. Egli crea un sistema che riesce a dare qualche frutto, tante pubblicazioni, molti brevetti di cui alcuni di valore applicativo, borse di studio, formazione e tante ricadute positive. Egli si occupa di energia, di industria chimica, di alimenti, di ambiente, di beni culturali nei loro vari aspetti: quello scientifico tecnologico, politico, economico. E’ chiamato spesso da Ministri tecnici per valutazioni di fenomeni aberranti o per suggerire soluzioni a problematiche quasi sempre in fase di emergenza, è insignito di riconoscimenti per la cultura e di premi per la divulgazione della Scienza: è nominato socio dell’Accademia dei XL e dell’Accademia Ungherese delle Scienze, riceve la Laurea HC all’Università di Urbino,  la sua Università durante i Rettorati dei Prof. Renato Guarini e Luigi Frati, lo nomina Prorettore per la Ricerca Scientifica per le sue capacità di scienziato promotore della Ricerca. Nel 2009 arriva per entrambi il giorno della pensione e lasciamo perciò il nostro ruolo e “La Sapienza” ci conferisce il titolo di Professori Emeriti.

Luciano ha scoperto, ma forse lo ha sempre saputo, di avere il dono raro di saper descrivere in modo semplice i problemi difficili, in stile giornalistico fluido e divertente, senza fronzoli, senza retorica e periodicamente svolge opera di divulgatore scientifico. Scrive spesso articoli sulla stampa, sono riflessioni dotte messe per iscritto, la sua opera di divulgatore si spinge oltre ed è autore di testi scolastici e di saggi: cominciò con “I due volti della Chimica (1979)“ opera di grande successo anche all’estero, presentata da Primo Levi e ancora di attualità per poi continuare con “Madre natura anzi matrigna (1993)”,”The Role of Chemistry and Chemicals in Modern Society (1997)”, “Il Camminante (1997)”, “Pigri profeti & santoni (1998) e “Dalla Calabria a Via Panisperna (1999)” fino ai più recenti “Il Fenomeno Italia, L’autolesionismo come missione (2003)”, “I tre volti della Tecnologia (2005)” e “La Scienza Tradita (2006)”. Sono piccole opere che si leggono piacevolmente in poco tempo, sono opere avvincenti che lasciano il rammarico di una fine troppo repentina.

In conclusione mi fa piacere pensare che Luciano ed io abbiamo rappresentato un caso limite contro corrente quasi un’utopia, il caso cioè di due colleghi universitari legati alle Istituzioni che non hanno mai parlato male l’uno dell’altro, due colleghi che hanno avuto confronti sì, ma mai contrasti, due colleghi che hanno condiviso amicizie ed affetti senza mai gelosie, due colleghi che si sono sempre ritrovati nei momenti di dolore e di grande sofferenza, due colleghi che sono cresciuti nella vita, nella professione, nell’accademia senza invidia, senza inganni, senza furbizie.

Domenico Misiti

Professore Emerito

Sapienza, Università di Roma

P.le Aldo Moro 5

0185 Roma 

 

 

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