Feed aggregator
Catalyst- and solvent-free depolymerization of poly(bisphenol A carbonate): aminolysis
DOI: 10.1039/D5GC03046C, PaperHyo Won Lee, Ji Yeong Lee, Lars Borchardt, Jeung Gon Kim
This study presents a sustainable strategy for the chemical recycling of bisphenol A polycarbonate (BPA-PC) via amine-induced depolymerization under solvent- and catalyst-free conditions.
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Strategic design principles for greener biorefineries: a substrate–process matrix emphasizing complete lignocellulose utilization from various biomass feedstocks
DOI: 10.1039/D5GC02627J, Critical ReviewJianyu Guan, Aamir Khan, Yi Zhang, Yixing Zhou, Molly Meng-Jung Li, Raffel Dharma Patria, Shao-Yuan Leu
Lignocellulosic biomass (LCB) are promising feedstocks for sustainable biofuel and bioproduct production.
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Non-ionic micelle-inspired electrochemical functionalization of diverse NH-heterocycles for the synthesis of β-aminoketones
DOI: 10.1039/D5GC01942G, PaperSanjay M. Madurkar, Kuldeep Singh Bhati, Girdhar Pal Singh, Renu Rathore, Dinesh Kumar Yadav, Siddharth Sharma
Alternatives to toxic organic solvents, transition metals, additives, and bases are desirable to reduce environmental impact and are now being reevaluated through sustainable, electrolyte-free electro-organic synthesis.
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Modulating the Cu (111) facet for selective CO2 electroreduction via tuning the oxidation state of polyaniline
DOI: 10.1039/D5GC02285A, PaperYeqing Xu, Chong-Yong Lee, Yong Zhao, Yu Yang, Xin Wang, Zhiqi Chen, Klaudia Wagner, Wei Kong Pang, Gordon G. Wallace, Caiyun Wang
The tuning of the oxidation degree of PANI facilitates Cu2+ adsorption on quinoid –N sites, which promotes Cu (111) facet formation, leading to enhanced CH4 selectivity in CO2 electroreduction.
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Technical and carbon footprint assessment of mortars derived from CO2 and magnesia recovered from bischofite
DOI: 10.1039/D5GC03502C, PaperYufeng Song, Jiaze Wang, Xinpeng Wang, Jiahao Zhou, Cise Unluer, Tao Shi, Aoyun Zhang, Chenggong Chang, Shaoqin Ruan
Valorizing waste bischofite into reactive magnesia cement for CO2-sequestering mortars.
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Polyurethane depolymerization by dialkyl carbonates: toward sustainable chemical recycling
DOI: 10.1039/D5GC02533H, Paper
Open Access
  This article is licensed under a Creative Commons Attribution 3.0 Unported Licence.Ege Hosgor, Ricardo P. Martinho, Jip S. Hoogland, Yuqi Jia, Anahi Morales Gomez, Willem Verboom, Jean-Paul Lange, Jurriaan HuskensHarmless chemical recycling of polyurethane foams: depolymerization with diethyl carbonate allows deep recovery of both constituting monomers, i.e. polyols and diisocyanates, without requiring phosgene as toxic and wasteful reagent.
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Tracking the hydrogen spillover of heterogeneous catalysts in hydrogenation: from formation, migration, and regulation to fate
DOI: 10.1039/D5GC02983J, Tutorial ReviewGuangxun Sun, Peng Xue, Lei Wang, Xin Zhang, Guangzheng Sun, Zhidong Wang, Qian Zhang, Peng Zhang, Yunqi Liu, Yuan Pan
The review “Tracking the hydrogen spillover of heterogeneous catalysts in hydrogenation: from formation and fate to regulation” discusses the challenges in structure optimization and offers strategies to enhance hydrogen spillover efficiency.
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La Chimica della vecchia talpa.
Claudio Della Volpe
Non posso cominciare questo post (vedrete un po’ strano ed anomalo) se non ricordando un altro post scritto anni fa da Rinaldo Cervellati che tutti voi conoscete, collega di Bologna e collaboratore di questo blog dal principio, che ha scritto un bel libro che compare nella nostra pagina principale dedicato alle donne che avrebbero meritato il Nobel. Rinaldo da qualche tempo è in pausa, ma spero tanto ci legga e poi torni a scrivere per noi tutti.
Il post di Rinaldo è splendido ed è dedicato alla mole, un concetto di cui rifà la storia ed analizza la complessità e difficoltà didattica; vi consiglio caldamente di rileggerlo.
C’è una pagina web dedicata sempre a questo concetto (mole e talpa) e che si intitola proprio: Calcolatrice Chimica delle Talpe
In inglese il collegamento fra talpa e mole è immediato, in quanto la talpa si chiama proprio: mole; in tedesco mol.
La parola “mole” in chimica non ha un’origine specifica ma è un calco del tedesco Mole, che deriva a sua volta dal latino moles, “massa” o “quantità”, e fu introdotta dal chimico Tedesco Wilhelm Ostwald per indicare una grande quantità di particelle.
Il post di Rinaldo comincia proprio da quel “cattivone” di Ostwald, ricordandoci che fu un premio Nobel particolare, che ricorda per certi aspetti San Paolo, un convertito, insomma.
Inizialmente era un cultore dell’energetismo, tutto era energia, e la società umana era basata sull’efficienza con la quale era in grado di sfruttare l’energia; gli atomi di cui si parlava ormai da cento anni prima di lui erano solo, per Ostwald prima della “conversione”, un trucco per analizzare i dati.
Ostwald criticava le spiegazioni meccanicistiche della natura che riducevano tutto al movimento degli atomi, l’energia era il concetto più fondamentale e universale, e la materia poteva essere compresa in termini di energia e delle sue trasformazioni. Riteneva che l’idea degli atomi non soddisfacesse lo scopo della scienza di spiegare i fatti e non fosse un’ipotesi sufficientemente robusta, soprattutto in relazione ai fenomeni chimici.
Sebbene non fosse un sostenitore della teoria atomica, Ostwald fu uno dei fondatori della chimica fisica, contribuendo a discipline che in seguito sarebbero diventate fondamentali per la comprensione della chimica moderna, compresa la teoria atomica.
La legge di Ostwald delle diluizioni, sviluppata nel 1888, permette di mettere in relazione la costante di dissociazione di un elettrolita debole con la conduttività ionica equivalente:
Keq è la costante di equilibrio, la lettera greca lambda indica la conduttività ionica equivalente e C la concentrazione. Non ne parleremo oggi.
L’energetismo d’altronde ebbe comunque un enorme peso culturale, per esempio influenzò profondamente il pensiero di Bogdanov, membro dei bolscevichi e che si scontrò con Lenin proprio su questi concetti. Energetismo voleva dire che l’energia era l’unica realtà che accomunasse materia bruta, spirito umano e società umana. Al concetto di atomo Ostwald contrapponeva “il concetto ipotetico di sistema energetico”, aprendosi la via a una rappresentazione unitaria del “divenire naturale”, che va dalla natura inorganica alla vita fino alla nascita della coscienza. Lo scontro fra materialismo ed energetismo vide schierati su fronti opposti le più importanti personalità della scienza mondiale, alcune delle quali ricordiamo qui:
EnergetismoAtomismoOstwald, Mach, Avenarius, Wald, DuhemBoltzmann, Cannizzaro, PerrinRicorderemo invece gli esperimenti condotti da Jean Perrin sul moto browniano delle particelle in sospensione in un liquido che culminarono nel 1908 che fornirono una forte evidenza dell’esistenza degli atomi, dimostrando che il moto irregolare e incessante di tali particelle era causato da collisioni con le molecole invisibili del liquido. Questi risultati hanno permesso a Perrin di determinare valori per costanti fondamentali legate al moto atomico, come la costante di Boltzmann, che hanno a loro volta contribuito a convincere scienziati come Wilhelm Ostwald, inizialmente scettico, della realtà fisica degli atomi.
Ostwald, ormai convertito all’atomismo, ricevette il Nobel per la Chimica nel 1909, per le sue ricerche sui principi fondamentali dell’equilibrio chimico, sulle velocità delle reazioni chimiche e per il suo lavoro sulla catalisi. Perrin lo ha ricevuto per la Fisica nel 1926 per le sue ricerche sulla struttura discontinua della materia, in particolare per la scoperta dell’equilibrio di sedimentazione, che fornì prove concrete sull’esistenza degli atomi attraverso lo studio del moto browniano.
Ma ripeto fu proprio Ostwald ad inventare e portare alla luce il concetto di mole, “scavando”, facendosi spazio attraverso il sottosuolo culturale dell’energetismo, direi nonostante l’energetismo.
In questi stessi anni si sviluppava la meccanica quantistica e la relatività e cresceva la polemica fra Einstein e Bohr, di cui parleremo in prossimi post.
Anche se sembra sconvolgente un Nobel, come Ostwald, poteva arrivare al 1908 senza credere nella realtà degli atomi, ipotesi avanzata da Dalton nel 1801 e diventata rapidamente una teoria fondamentale! Decisamente la scienza non ha uno sviluppo lineare come spesso ci viene raccontato!
Ed è per questo che la talpa che scava sottoterra, invisibile ma poi esplode in modo inatteso in superficie con la sua attività è un’animale che torna nella cultura moderna.
Shakespeare lo fa citare nell’Amleto al suo personaggio rivolto al fantasma di suo padre alla fine del primo atto; la voce dello spettro del padre ingiunge ad Amleto e ai suoi amici di giurare vendetta sulla spada “Swear by his sword”. Il fantasma si è molto spostato, anche se non si vede, dal luogo dove è apparso e scomparso. Perciò Amleto dice “Well said, old mole! Canst work i’ th’ earth so fast? A worthy pioneer!” che si potrebbe tradurre “Ben detto, vecchia talpa. Come fai a lavorare sottoterra così svelto? Che degno minatore!”.
Hegel indicando l’operare dello spirito nel “sottosuolo” della storia e la sua capacità di scuotere la “crosta terrestre” che rappresenta invece il nostro presente scrive nelle Lezioni sulla storia della filosofia «Hai lavorato bene, brava talpa!».
Ma ovviamente la frase più famosa viene ancora dopo, ne Il 18 brumaio di Luigi Buonaparte, Marx riferendosi al processo costante e profondo che modifica la realtà capitalistica della metà XIX secolo sbucando poi come sommovimento sociale nel momento più inaspettato, scrive la celeberrima frase «Ben scavato, vecchia talpa!» attribuendo alla rivoluzione l’abilità del minatore shakespeariano.
Ecco dunque che la talpa come animale simbolico è e rimane importante nella cultura mondiale.
Nella Chimica arriva tramite un caso linguistico; la talpa si dice “mole” in inglese, con una etimologia che condivide la stessa radice del francese “moulon” (cumulo) e del tedesco “Mahl” (granulo), riferendosi però alla terra smossa o al cumulo di terra creato dalla talpa che scava.
A questo punto non mi resta che chiudere il cerchio della talpa citando qui una malinconica poesia di un grande chimico e scrittore, Primo Levi, che scrisse i malinconici versi che seguono, con probabile riferimento a se stesso che cercava disperatamente di “digerire”, di superare la terribile esperienza della Shoah, ma anche l’insensibilità, la difficoltà che trovava nel farsi ascoltare quando parlava di “quelle oscure cose”, un po’ come in “Napoli milionaria!”. In quella commedia del 1950, il drammaturgo napoletano Eduardo De Filippo, attraverso la figura di Don Gennaro, rappresenta invece l’atteggiamento di chi cerca di affrontare la dura realtà post-bellica, ma viene soffocato dal rumore del quotidiano e dalla disperazione dei tempi: nessuno lo ascolta.
Non è tanto la guerra in sé a non essere ascoltata, ma la possibilità di parlarne e di trovare risposte in un contesto di ritrovato temporaneo ed occultante slancio economico; un po’ come quando oggi si parla di guerra e crescita economica dimenticando che sarebbe nucleare e senza ritorno.
Vecchia talpa.
Che c’è di strano?
Il cielo non mi piaceva,
Così ho scelto di vivere solo e al buio.
Mi sono fatto mani buone a scavare,
Concave, adunche, ma sensitive robuste.
Ora navigo insonne Impercettibile sotto i prati,
Dove non sento mai freddo né caldo
Né vento pioggia giorno notte neve
E dove gli occhi non mi servono più.
Scavo e trovo radici succulente,
Tuberi, legno fradicio, ife di funghi,
E se un macigno mi ostruisce la via
Lo aggiro, con fatica, ma senza fretta,
Perché so sempre dove voglio andare.
Trovo lombrichi, larve e salamandre,
Una volta un tartufo,
Altra volta una vipera, buona cena,
E tesori sepolti da chissà chi-
In altri tempi seguivo le femmine
E quando ne sentivo una grattare
Mi scavavo la via verso di lei:
Ora non più; se capita, cambio strada.
Ma a luna nuova mi prende il morbino, e allora qualche volta mi diverto
A sbucare all’improvviso per spaventare i cani”.
Primo Levi, scrisse questa poesia nel 1961, nel Bestiario, una raccolta poi pubblicata nelle sue opere complete.
Cosa riserva il futuro alla talpa nella cultura umana e alla mole in Chimica?
L’unica cosa che mi sento di aggiungere è che non possiamo rimanere sottoterra, usciamo allo scoperto, diciamo no alla guerra, talpe anche noi.
Consultati:
https://purecalculators.com/it/moles-calculator#h-0-gen
La mole nascosta Dai lavori scientifici ai testi didattici: il caso del Numero di Avogadro.2.Primo Levi, Opere complete
William Shakespeare, Amleto.
https://keespopinga.blogspot.com/2022/07/
LA RELATIVITÀ DA NEWTON AD EINSTEIN (PARTE 3)Fai clic per accedere a DiMeo299-331.pdf
Segnalo la lettura delle frasi seguenti che segnano il percorso del pensiero di Ostwald, la talpa atomica che scava dentro l’energetismo.
Nel 1895, al congresso dei medici e naturalisti che si tenne a Lubecca, Ostwald lesse una comunicazione dal titolo, molto significativo, Il superamento del materialismo scientifico. Tra le altre cose Ostwald disse:
“La materia è un’invenzione, del resto abbastanza imperfetta, a cui facciamo ricorso per rappresentarci quanto vi è di permanente in tutto ciò che accade. La realtà effettiva, quella che opera su di noi, è l’energia, [inoltre] l’irreversibilità di fatto dei fenomeni effettivi della natura dimostra che vi sono processi i quali non sono descrivibili mediante equazioni meccaniche, e con ciò il verdetto sul materialismo scientifico è deciso.”
Intorno alla energetica moderna Wilhelm Ostwald, 1907
Un accenno a questo dovere ed a questa necessità, fatto da me a Lubecca nel 1896 in una conferenza sulla Disfatta del materialismo scientifico, tenuta in occasione della riunione annuale dei naturalisti tedeschi, richiamò, è vero, l’attenzione di molti, ma non riuscì a modificare essenzialmente quello stato di cose. Era perciò necessario di mostrare, portando uno sguardo sintetico nei domini generali della scienza, che il concetto e le leggi dell’Energia hanno in sè stessi realmente la facoltà di unificare e di chiarire, perchè attraggono l’attenzione dello studioso sui problemi reali ed eliminano quelli apparenti. Il mio corso di lezioni di filosofia naturale, tenuto nel 1902, ebbe appunto questo scopo.
Ostwald : 4a edizione del trattato Grundriss der allgemeinen Chemie 1908
«Mi sono convinto che da breve tempo siamo giunti in possesso delle prove sperimentali della natura discreta ossia granulare della materia, [prove] che l’ipotesi atomica aveva atteso vanamente da secoli, anzi da millenni … l’accordo dei moti browniani con le conseguenze dell’ipotesi cinetica che è stato verificato da una schiera di ricercatori…autorizzano ora anche lo scienziato prudente a parlare di una conferma sperimentale della natura atomica della materia estesa. Con ciò quella che è stata finora l’ipotesi atomica è assurta al rango di una teoria scientifica ben fondata».
Ed infine Perrin, il calcolatore del numero di Avogadro, nel suo Les atomes del 1913:
«La teoria atomica ha trionfato. Ancora poco tempo fa assai numerosi, i suoi avversari, alfine conquistati, rinunciano uno dopo l’altro a sfide che furono a lungo legittime e senz’altro utili. È a proposito di altre idee che ormai sarà condotto il conflitto degli istinti di prudenza e di audacia il cui equilibrio è necessario al lento progresso della scienza umana. Ma nel trionfo stesso, vediamo svanire ciò che la teoria primitiva aveva di definitivo e di assoluto. Gli atomi non sono quegli elementi eterni e indivisibili la cui irriducibile semplicità dava al Possibile un limite, e, nella loro inimmaginabile piccolezza, cominciamo a presentire un formicolio prodigioso di mondi nuovi».





